
ESSERE E MANGIARE
Ludwig Feuerbach scrisse una frase che sentiamo spesso ripetere: "L'uomo è ciò che mangia".
Voleva dire che l'identità dell'uomo non dipende da entità astratte, ma coincide con la sua corporeità, dunque col cibo che giorno dopo giorno viene immesso nel suo corpo.
Feuerbach, naturalmente, scrive in tedesco. E in tedesco la famosa frase possedeva una sfumatura particolare, intraducibile nelle altre lingue: in tedesco, infatti, la terza persona singolare del verbo "essere" e la terza persona singolare del verbo "mangiare" sono molto simili nella scrittura e quasi identiche nella pronuncia: IST vuol dire è; ISST vuol dire mangia. Allora la frase è anche un gioco di parole: MANN IST, WAS ER ISST.
A leggerla, vuol dire: "L'uomo è ciò che è".
A dirla, sarebbe come: "L'uomo è ciò che è".
Ciò che quindi non percepiamo con la traduzione è la perfetta identità tra le due cose: ESSERE e MANGIARE.
Quindi la frase si può leggere anche al contrario: "L'uomo mangia ciò che è".
Dunque il filosofo tedesco, mentre proclama la materia come unica realtà, al tempo stesso dichiara che questa materia contiene le idee, i pensieri, la cultura dell'uomo; e che quindi il cibo a cui è legata l'identità dell'uomo, non è semplicemente un oggetto nutritivo, bensì una realtà ricca di valori, di simboli, di significati, di cultura, DI TRADIZIONE.


Chi è lo chef
RISPETTO DELLA MATERIA, ESSENZA DEL GUSTO
Fabio Dodero, il nostro chef qui da Metis.
A solo 31 anni nel curriculum vanta un corso all’Alma, Scuola professionale di Cucina fondata dal famoso Chef Gualtiero Marchesi, e diverse esperienze tra gli stellati di Veneto e Friuli. Ma non solo. Prima di tornare in patria, da Materiaprima Osteria Contemporanea a Pontinia in qualità di Sous Chef, dove in soli due anni il ristorante riceve la tanto ambita Stella Michelin; CONTINUA
