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Esperienza e visione dello Chef

Fabio Dodero è il nostro Chef qui da Metis. 

A soli 32 anni nel curriculum vanta esperienze formative di altissimo livello, un corso superiore  Scuola professionale di Cucina fondata dal famoso Chef Gualtiero Marchesi, e diverse esperienze nei ristoranti stellati, tra i più noti ha lavorato alla corte di due tra gli Chef francesi più famosi dell'ultimo secolo: Paul Bocuse e  Joel Robuchon.

Dopo queste esperienze tra nord Italia e Francia, ritorna a casa, più precisamente da Materiaprima Osteria Contemporanea a Pontinia in qualità di Sous Chef, dove in soli due anni il ristorante riceve la tanto ambita Stella Michelin; CONTINUA

ESSERE E MANGIARE

Ludwig Feuerbach scrisse una frase che sentiamo spesso ripetere: "L'uomo è ciò che mangia". Voleva dire che l'identità dell'uomo non dipende da entità astratte, ma coincide con la sua corporeità, dunque col cibo che giorno dopo giorno viene immesso nel suo corpo. Feuerbach, naturalmente, scrive in tedesco. E in tedesco la famosa frase possedeva una sfumatura particolare, intraducibile nelle altre lingue: in tedesco, infatti, la terza persona singolare del verbo "essere" e la terza persona singolare del verbo "mangiare" sono molto simili nella scrittura e quasi identiche nella pronuncia: IST vuol dire è; ISST vuol dire mangia. Allora la frase è anche un gioco di parole: MANN IST, WAS ER ISST. A leggerla, vuol dire: "L'uomo è ciò che è". A dirla, sarebbe come: "L'uomo è ciò che è". Ciò che quindi non percepiamo con la traduzione è la perfetta identità tra le due cose: ESSERE e MANGIARE. Quindi la frase si può leggere anche al contrario: "L'uomo mangia ciò che è". Dunque il filosofo tedesco, mentre proclama la materia come unica realtà, al tempo stesso dichiara che questa materia contiene le idee, i pensieri, la cultura dell'uomo; e che quindi il cibo a cui è legata l'identità dell'uomo, non è semplicemente un oggetto nutritivo, bensì una realtà ricca di valori, di simboli, di significati, di cultura, di tradizione.   Questa è una riflessione molto interessante e profonda sulla frase di Ludwig Feuerbach. La connessione tra l'essere umano e il cibo, sottolineata dalla similarità tra "essere" e "mangiare" nella lingua tedesca, evidenzia quanto il cibo sia centrale per l'identità umana e per la nostra comprensione del mondo. Il concetto che l'uomo è ciò che mangia si estende ben oltre la semplice nutrizione fisica. Il cibo non è solo una fonte di sostentamento, ma è anche intrinsecamente legato alla cultura, alla storia e alla tradizione di un popolo. Mangiare non è solo un atto biologico, ma è anche un atto sociale, culturale e persino spirituale. Attraverso il cibo, trasmettiamo e preserviamo le nostre tradizioni, i nostri valori e le nostre credenze. Ogni piatto racconta una storia, una storia di un popolo, di una regione, di una famiglia. Il cibo diventa così un veicolo per la trasmissione della cultura e dell'identità. Pertanto, quando diciamo che "l'uomo è ciò che mangia", stiamo riconoscendo il profondo legame tra il cibo e l'identità umana, e l'importanza di rispettare e preservare le tradizioni culinarie come parte integrante della nostra storia e della nostra esistenza.

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